
In memory of Mauro Marchesi, a mechanic from Bologna, the boys of the Villa Celeste beach collected during the racket tournament a sum that his wife Silvia and daughters Eleonora and Francesca turned over to Apic for research on cholangiocarcinoma.
Mauro Marchesi, an affectionate father and son husband, known to all, was commemorated a few months after his death, which took place on 11 April 2020, on the beach of Villa Celeste, where he had spent his summers and especially the last one, during which his malaise began, with a tournament of his favorite sport, rackets. Nobody thought, last summer, that he would not see him again: he fought with a disease, for which it was thought innumerable progress had been made, imagining a good outcome because so many advances have been made in cancer research. He, however, at the age of 57, had no escape. 'Dad,' his daughters describe him, 'was a wonderful man, always cheerful, who loved to joke and whom one could not help but love - a great man! It has left a mark on the hearts of so many people who now cannot help but feel its absence. " We thank all family and friends for choosing to donate funds to research. The purpose of donors is to give some hope to those who suffer, raising funds for research is a central mission of our Association to increase the foundations of that hope.
Quando ho conosciuto Dario ho pensato "è bellissimo" – è stato un colpo di fulmine potente. Ma ancora non avevo idea di quanto fosse bello dentro. Più lo conoscevo e più ero sicura che fosse l'uomo della mia vita. Era un ragazzo dolcissimo, simpatico, umile e con un'intelligenza straordinaria, sapeva fare tutto e ciò che non sapeva fare lo studiava e riusciva a farlo. Eravamo diversi, io molto solare molto estroversa, molto predisposta a fare amicizie, festaiola, e circondata da tanta gente. Lui molto più chiuso, ma buono, generoso sincero. Disponibile con gli amici, felice quando li frequentava ma anche bisognoso di starsene a casa nel suo nido con i suoi grandi amori, la moglie e suo figlio. Tutti gli volevano un gran bene. Dario è stato un marito speciale e un padre sempre presente, ci adorava e diceva sempre "voi siete la mia vita”, ma era anche certo che lui era la nostra di vita. Amava tanto anche la sua famiglia...borbottava a volte nei confronti della mamma, a volte nei confronti di un fratello ma li amava tantissimo e diceva sempre "noi fratelli non ci scambiamo tante smancerie ma mi farei in quattro se uno di loro avesse bisogno e loro lo farebbero per me. Ancora di più per la madre. A volte non era d'accordo con lei, ma quando gli dicevo "chiediamo a tua madre se vuole partire con noi" era felice perché la vedeva contenta, era felice quando sapeva che lei stava bene. Anche con la mia famiglia era sempre pronto e amava tutti (i miei genitori, le mie sorelle, i miei cognati, mia nipote Giulia), gli piacevano le serate o i pranzi a casa di mamma quando eravamo tutti e si sentiva in famiglia e si parlava, si rideva, si giocava.
Dario nella sua semplicità era un grande uomo con valori veri, semplici. Meritava l'amore che riceveva. Non voglio farlo passare per un santo, aveva anche lui i suoi difetti, per esempio era testardo e se decideva di fare o non fare qualcosa non lo smuovevi dalle sue convinzioni anche se era palese che avesse torto. Nei confronti del cancro ha reagito con dignità ed era lui a dirmi sempre “Non ti preoccupare, vinceremo noi”, anche se, lo capisco oggi, sapeva benissimo che stava andando via.
Dario sapeva farsi amare e noi lo abbiamo sempre amato, lo amiamo e lo ameremo sempre, non ne possiamo fare a meno. Lui ora c'è in un'altra dimensione ma io e chiunque lo ama lo avrà sempre vicino.